Una settimana per sbollire la carica del campo, per smaltire l’adrenalina da playoff e trarre le conclusioni di una stagione appena chiusa. Coach Andrea Reggiani termina la sua prima annata in Serie B, e da rookie della categoria arrivare in semifinale playoff non è da tutti.  Un risultato giunto al termine di un cammino vissuto intensamente dal tecnico anconetano che si mette ora ad analizzare gli ultimi mesi trascorsi alla guida della Sandretto Falconara Basket. Un cammino positivo dal punto di vista tecnico che però è l’unica parte che lascia sorridere il tecnico. Reggiani porge infatti più di uno sguardo anche ai nodi legati alla Società, della quale è stato anche Presidente, mettendo  a nudo parecchi problemi che non lasciano presagire a un futuro roseo per i bianconeri, almeno in questa categoria.

Coach, che annata è stata?

“Una stagione  importante. Iniziata con propositi di alta classifica e poi ci siamo dovuti ridimensionare e non per nostra volontà. I ragazzi però hanno dimostrato  un comportamento esemplare, potevano prendere e lasciare tutto e invece dalle avversità hanno preso ancora più forza dimostrando di essere  uomini oltre che bravissimi giocatori. Il gruppo ha fatto quadrato e si è ulteriormente coeso andando avanti nonostante i problemi . Alla fine abbiamo ottenuto un grande risultato incrociando Montegranaro che si è dimostrata superiore,  forse se avessimo incontrato un avversario diverso potevamo arrivare ancora più in alto. Ma è andata così e accettiamo l’esito del campo.”

Inevitabile il capitolo ringraziamenti di fine stagione.

“Ovviamente si. Parto ringraziando tutto lo staff con il quale ho avuto la fortuna di lavorare.  Gabriele Ceccarelli, preparatissimo allenatore e prezioso collaboratore, e Marco Paccioni che è cresciuto con me  da anni e ha fatto un percorso importante. Citazione per i fisioterapisti che si sono susseguiti e in particolare Andrea Poggiaspalla che ha fatto parte integrante anche della squadra in alcuni momenti.  Encomiabile l’operato del DS Marcello Chiodoni,  passando per il factotum Gianni Della Salandra fino ad arrivare all’area comunicazione guidata da Andrea Carloni.”

La Sandretto era anche una scommessa non solo dal punto di vista tecnico. Come è andata complessivamente?

“C’è da fare un distinguo tra andamento tecnico e altro. La stagione sul campo, per come eravamo messi, è ampiamente positiva. Abbiamo dato tutti il mille per cento e sono accaduti anche episodi sfortunati ma che nell’arco di una stagione possono starci. Ripensando ad esempio a come siamo arrivati alla sfida chiave contro San Severo, oppure agli infortuni vari di Di Viccaro, Alessandri e Micevic. Episodi che avrebbe messo k.o  chiunque invece abbiamo fatto sempre il nostro lavoro. Sono felice e contento di aver lavorato con questo gruppo che ha dimostrato fino alla fine di avere attributi. L’altra faccia della medaglia dice che abbiamo avuto problemi societari, di risorse ma anche organizzativi. Una Società di Serie B non può essere improvvisata e basata sul lavoro di 2-3 persone. Necessita di un gruppo di lavoro preparato e ben strutturato nei ruoli e compiti. Abbiamo peccato in tutto questo pagando forse inesperienza e credendo che tutto fosse facile.  Per una Società di Serie B non può essere così. Altro nodo importante è che non abbiamo una casa, non siamo stati neanche ben accolti al Palarossini dove il pubblico in definitiva non c’è stato. Ci siamo insomma scontrati con una realtà durissima come la Serie B.”

Quindi da questi errori bisognerà ripartire?

“Si, anche se a oggi ci sono tanti altri problemi.  Abbiamo lavorato in apnea per tutta la stagione. E proprio a fronte di questa situazione tengo a ringraziare una figura esterna ai quadri dirigenziali, ma all’interno dell’organizzazione per motivi personali, senza la quale non avremmo finito il campionato. Lo sponsor ci ha abbandonato, abbiamo dovuto rivedere i nostri obbiettivi iniziali rinunciando anche a due giocatori. Grazie a questa persona, sia a livello organizzativo che di risorse, siamo arrivati fino in fondo. Il difficile arriva adesso e ognuno penso che debba prendersi le proprie responsabilità. “

E quali sono i passi da fare ora?

“La Società deve elevarsi a tutti i livelli per poter competere in queste categorie. Personalmente ho portato avanti  un percorso di 5 anni portando questa Società dalla Serie D alla  B. Il mio lavoro è giunto a un bivio e dovremmo tutti riflettere sul da farsi. La Serie B è una grande categoria ma molto onerosa  e credo che si possa mantenerla ad Ancona unendo magari tutte le forze cestistiche della città. Una cosa che spero ma ritengo quasi impossibile da attuare,  però può essere un segnale. Se ci fosse la volontà e disponibilità da parte di chi fa pallacanestro nella nostra città di unire le proprie capacità, competenze ed energia potrebbe essere una buona strada da percorrere, se ognuno invece guarda al proprio orticello non andremo da nessuna parte e credo che la Serie B ad Ancona non si possa fare.”

In definitiva quindi,  c’è il rischio che la prossima Serie B non veda ai nastri di partenza il Falconara Basket?

“Il percorso è una dura salita. Ci può stare tutto compresa l’ipotesi di un passo indietro e ripartire dove eravamo l’anno scorso.  Dobbiamo innanzitutto sapere dallo sponsor attuale cosa vuole fare.  Penso che tutto possa decidersi  nello stretto giro di dieci giorni, prima della scadenza del 6 luglio  con l’iscrizione con tanto fidejussione bancaria.  Se facciamo un passo indietro non sarà una sconfitta per nessuno. Da soli in queste categorie non si può fare niente. “

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *