Nato e cresciuto cestisticamente a Senigallia, Nicola Catalani non ha bisogno di presentazioni nel panorama della pallacanestro marchigiana.
Ventinove anni, il basket nel DNA e un ricco bagaglio di esperienza alle spalle, accumulato soprattutto in serie B tra le file della Goldengas, è quest’anno alla sua seconda stagione in maglia bianconera ed è anche il Capitano della rinnovata Robur Falconara Basket.
L’abbiamo intervistato per fare con lui il punto della situazione a cinque giornate dall’inizio del campionato di Serie C Silver e con la delicata sfida di domenica alle porte.

D: Ciao Nicola! La Robur Falconara Basket ha messo in atto negli ultimi due anni diversi cambiamenti decidendo, soprattutto in questa stagione, di puntare su una squadra giovane in cui tu reciti un ruolo fondamentale e non solo perché ne sei il Capitano. Qualche giorno fa infatti, a Castelfidardo, tu e Ludovico Chiorri avete riportato il gruppo alla vittoria dopo tre sconfitte consecutive. Come vivi la responsabilità di leader emotivo e tecnico di questa squadra?

R: Ciao a tutti! È vero, questo è il mio secondo anno a Falconara, società dove ho deciso di rimanere perché mi sono trovato e mi trovo tuttora molto bene. Per rispondere alla tua domanda, posso dire che quello che sento non è un vero e proprio senso di responsabilità. Più che altro sono orgoglioso di avere un ruolo importante in questo gruppo che, fin dall’inizio dell’anno, ho subito giudicato come un ottimo gruppo. In primis dal punto di vista umano, perché reputo tutti i miei compagni prima che bravi giocatori, persone generose e disposte a sacrificarsi l’una per l’altra. Questa è una formazione che ha come arma principale proprio lo spirito di squadra e sono convinto che prima o poi si toglierà grandi soddisfazioni.

D: La settimana scorsa, nell’intervista che gli abbiamo rivolto, coach Rocchetti ci raccontava delle evidenti difficoltà che state riscontrando nel lavorare con aggressività e intensità durante gli allenamenti settimanali, a causa soprattutto degli infortuni (Lodico fermo per una sofferenza al ginocchio e Nardini uscito sabato scorso a metà della gara per uno distrazione al polpaccio), ma anche dell’improvvisa dipartita di Ciampaglia (approdato a Livorno in serie B, ndr).
È questa secondo te la chiave adatta a capire cosa vi abbia penalizzati fino a questo momento?

R: Sicuramente quella che stiamo vivendo è una situazione d’emergenza perché, dopo un ottimo precampionato dove eravamo dodici-tredici in termini di numero, ci siamo ritrovati, causa infortuni o partenze appunto, ad allenarci davvero in pochi.
In un gruppo giovane sia per età che per formazione, ritengo che questa sia una componente di maggior rilievo, rispetto alla stessa situazione riportata in contesti diversi e più rodati. La penso così.        E in queste condizioni è difficile per tutti, giocatori e allenatori, riuscire in allenamento a provare le varie soluzioni tattiche e preparare al meglio le partite. Ci tengo a sottolineare però, che nonostante le circostanze siano effettivamente queste, stiamo riuscendo a stringerci l’uno all’altro e continuando comunque a lavorare forte, nell’attesa ovviamente del pieno recupero di Lodico e Nardini, che per noi sono estremamente fondamentali.

D: Tenuto conto di tutto quello di cui abbiamo parlato finora, che valore acquisisce quindi per te, la vittoria di sabato scorso a Castelfidardo? Quali segnali mostrati dalla squadra negli ultimi quaranta minuti giocati, ti fanno ben sperare per il proseguo del campionato?

R: La vittoria di Castelfidardo è molto bella per come è arrivata ma soprattutto molto importante. Gli ottantatré punti subìti sono figli della situazione di emergenza di cui ti parlavo prima perché, ovviamente, non potendo mai simulare una situazione difensiva ben precisa in allenamento, facciamo fatica a metterla in pratica in partita.
A Castelfidardo siamo arrivati in una condizione mentale pessima, pochissimi di noi avevano il ritmo partita sulle gambe ed erano in fiducia e l’aria che si respirava prima della gara nello spogliatoio era quasi da dentro-fuori, come se avessimo la sensazione di dover vincere per forza.
Per fortuna questo clima invece di disunirci, ha fatto sì che ognuno portasse il proprio mattoncino e le belle prove di Battagli, Quondamatteo e Alessandroni, che si sono spesi tantissimo soprattutto in difesa, ne sono la dimostrazione.
Perciò, se devo scegliere due segnali da portarmi dietro dopo Castelfidardo ti dico: spirito di sacrificio e morale assolutamente alto.

D: Domenica alle 18:30 al Pala Liuti arriva il Bramante Pesaro, formazione che ad inizio stagione non rientrava forse tra le favorite del campionato, ma che ha poi dimostrato, non in ultimo nella vittoria su Osimo della settimana scorsa, di poter recitare un ruolo di spessore. Quale sarà secondo te la chiave della gara? E, cosa deve fare la Robur Falconara Basket per poter conquistare i due punti?

R: Se vogliamo attestarci nella parte alta della classifica e recitare un ruolo fondamentale anche noi in questo campionato, dobbiamo sicuramente parlare della partita contro il Bramante come una partita da vincere. Del resto giochiamo in casa e dobbiamo prendere entusiasmo da questo, senza contare che sfidiamo una diretta concorrente e che per noi è una vittoria determinante anche e soprattutto per il morale.
La partita si prospetta difficilissima, per tutta la situazione di cui abbiamo parlato finora, perché siamo senza playmaker e pivot titolari e perché troveremo un avversario abilissimo, nonostante il nucleo molto giovane, e con una tenuta fisica sicuramente ottima. Guidato, oltretutto, da un allenatore (Nicolini, ndr) a mio avviso molto preparato, che avrà curato la gara nei minimi dettagli, attuando accorgimenti tattici mirati a toglierci i nostri punti di forza.
Dirò una banalità, ma alla fine quel che conterà sarà fargli segnare un punto in meno: sembra scontato, ma vista la difesa che troveremo contro, credo assolutamente che la chiave sia tutta lì.

Ufficio Stampa Robur Falconara Basket

 

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